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La Giornata Internazionale della Donna viene istituita negli Stati Uniti il 28 febbraio del 1909 dal Partito Socialista americano, che in quella data organizzò una grande manifestazione in favore del diritto delle donne al voto. Il tema era già stato a lungo discusso negli anni precedenti sia negli Usa (celebri sono gli articoli della socialista Corinne Brown) sia dai delegati del VII Congresso dell’Internazionale socialista (tenutosi a Stoccarda nel 1907).
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Le radici di questa giornata risultano quindi dal movimento internazionale socialista delle donne, quando nel 1907 Clara Zetkin, (delegata del partito socialdemocratico tedesco e dirigente del movimento operaio), e Rosa Luxemburg, (teorica della rivoluzione marxista e fondatrice del partito socialista polacco e del partito comunista tedesco), organizzarono la prima conferenza internazionale della donna. L’anno successivo, in America, il 3 maggio 1908 nel corso di una conferenza domenicale delle donne socialiste al Garrick Theater di Chicago, il conferenziere di turno non si presentò.

Senza perdersi d’animo la socialista americana Corinne Brown decise di presiedere personalmente l’assemblea: in quella conferenza, in seguito chiamata «Woman’s Day», il giorno della donna, si discusse sullo sfruttamento operato dai datori di lavoro ai danni delle operaie in termini di basso salario e di orario di lavoro, delle discriminazioni sessuali e del diritto di voto alle donne. Da quell’evento nacque la decisione di «riservare l’ultima domenica di febbraio per l’organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile». Fu così che negli Stati Uniti la prima e ufficiale giornata della donna fu celebrata il 28 febbraio 1909.

Nel 1910 a Copenaghen, mentre si svolgeva un nuovo incontro internazionale della donna, le socialiste americane proposero di istituire una “GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA”, da celebrare ancora nell’ultima domenica di febbraio. Ma questa ricorrenza non fu ripetuta tutti gli anni, né commemorata in tutti i paesi, in quanto le celebrazioni furono interrotte dall’avvento della Prima guerra mondiale.

In seguito, a San Pietroburgo, l’8 marzo 1917, (il 23 febbraio secondo il calendario giuliano allora in vigore in Russia), le donne della capitale guidarono una grande manifestazione per reclamare la fine della guerra, chiedendo pane per i figli e il ritorno degli uomini dal fronte: pane e pace! La debole reazione dei cosacchi che dovevano reprimere la protesta, incoraggiò successive manifestazioni, che portarono al crollo dello zarismo, ormai completamente screditato e privo anche dell’appoggio delle forze armate, e l’8 marzo 1917 è rimasto nella storia a indicare l’inizio della «Rivoluzione russa di febbraio».

Per questo motivo, e in modo da fissare un giorno comune a tutti i Paesi, a Mosca, il 14 giugno 1921 con la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, si fissò all’8 marzo la “Giornata internazionale dell’operaia” e nel 1922, con l’aiuto di Clara Zetkin, anche Lenin proclamò l’8 marzo come “Giornata Internazionale delle Donne”, in ricordo di tutte le donne russe che nel 1917 sfidarono la tirannia zarista assumendo una parte attiva nelle lotte sociali. Fu proprio Clara Zetkin a darne l’annuncio sul giornale di cui era direttrice, Die Gleichheit (L’uguaglianza), suscitando diversi consensi, tanto che questa ricorrenza cominciò ad essere celebrata in varie parti del mondo.