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È il faro di AR-MEN che si trova in Bretagna (Francia), una zona molto nota agli appassionati di fari. Sorge in mezzo al mare su uno scoglio che affiora dall’acqua solo con bassa marea.

Nel 1859, dopo tanti naufragi (il più grave l’affondamento tra gli scogli della fregata “Sanè”), fu deciso di costruire un faro avanzato rispetto alla linea di costa su uno scoglio ampio circa 100 m² (10 metri × 10 metri) e alto circa 4 metri sul livello del mare.

La sua costruzione richiese l’uso di una sorta di cemento armato e ci vollero 31 anni (!) tra l’inizio dei lavori ed il suo ultimo consolidamento a causa delle pessime condizioni del mare e della non facile reperibilità di personale disposto a lavorare con alto rischio.
Numerosi furono, infatti, i naufragi delle imbarcazioni usate per il trasporto degli operai.

Il faro è ancora funzionante, (adesso è automatizzato), e continua ad essere colpito da violente mareggiate che spesso lo ricoprono completamente.
Un “inferno”, così veniva chiamato dai guardiani che per lunghi anni ci si sono avvicendati. Le condizioni di vita sul faro erano tali da mettere a dura prova il sistema nervoso anche dei più esperti: lo stress dei turni notturni, le necessità di operare continue riparazioni e manutenzioni ed i pericoli del trasbordo nei cambi di turno.

Tutto questo in netto contrasto con quella figura romantica del guardiano del faro cui spesso siamo abituati: intento in beata solitudine a costruire una nave in bottiglia e fumare la pipa.

CURIOSITÀ
Si narra che due guardiani rimasero isolati per più di tre mesi, prigionieri così a lungo della furia degli elementi.

Fonte: Cieli sereni – PG