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Nella sua seduta dell’8 marzo 2024 ha definito la propria posizione in merito all’iniziativa popolare «Per una Svizzera che si impegna» («Iniziativa Servizio civico»). Ha incaricato il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) di redigere un messaggio indirizzato alle Camere federali che chiede di respingere l’iniziativa popolare.

Il Consiglio federale si è già occupato a più riprese del tema dell’apporto di personale all’esercito e alla protezione civile a lungo termine e ha incaricato il DDPS di analizzare in maniera approfondita due varianti per un possibile ulteriore sviluppo dell’obbligo di prestare servizio.

Il 26 ottobre 2023 è stata presentata entro i termini stabiliti l’iniziativa popolare «Per una Svizzera che si impegna (Iniziativa Servizio civico)». Secondo quanto proposto dall’iniziativa, le persone di cittadinanza svizzera dovrebbero prestare un servizio a beneficio della collettività e dell’ambiente. Questo servizio verrebbe prestato sotto forma di servizio militare o di un altro servizio di milizia equivalente riconosciuto dalla legge. Il Consiglio federale riconosce l’obiettivo dell’iniziativa di promuovere la responsabilità individuale e collettiva dei cittadini svizzeri a beneficio della società.

Ciononostante ha deciso di proporre alle Camere federali di respingere l’iniziativa popolare senza controproposta e senza controprogetto. A tale proposito si basa sul suo rapporto del 4 marzo 2022 concernente l’apporto di personale in seno all’esercito e alla protezione civile nel quale aveva già valutato due varianti di un servizio civico obbligatorio molto simili all’obbligo di prestare servizio proposto dai promotori dell’iniziativa. I motivi che deponevano a sfavore di un’attuazione di queste varianti valgono anche per l’iniziativa popolare:

• anche con il servizio civico vi sarebbe incertezza riguardo alla capacità di garantire un apporto sufficiente di personale all’esercito e alla protezione civile;
• rimarrebbe senza risposta la questione se sarebbe possibile rispettare il divieto del lavoro forzato qualora numerosi cittadini fossero tenuti a prestare servizi che non vengono forniti dall’esercito o dalla protezione civile;
• il servizio civico comporterebbe un sensibile aumento dei giorni di servizio e dei settori d’impiego e non è chiaro se l’attuazione dell’obbligo di prestare servizio è compatibile con la direttiva vigente che riguarda la neutralità relativa rispetto al mercato del lavoro;
• inoltre un servizio civico avrebbe conseguenze economiche notevoli, dato che raddoppierebbero i costi relativi alle indennità di perdita di guadagno e per l’esecuzione aumenterebbero le spese per il personale;
• in conclusione il Consiglio federale ritiene che un servizio civico obbligatorio non sia conveniente sotto il profilo economico. Non considera opportuno privare l’economia del doppio del personale senza che le relative attività abbiano un nesso diretto con esigenze di sicurezza comprovate.

Il Consiglio federale sottoporrà il messaggio alle Camere federali al più tardi il 16 ottobre 2024.

fonte: Il Consiglio federale
foto: pixabay