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Volentieri riportiamo l’articolo apparso su Caffè Dunant nr. 577 del 31 Marzo 2020 di Maria Rita Bianchetti, istruttore di Diritti Umanitario e Cultore della Storia della Croce Rossa, attiva presso la Croce Rossa Italiana Comitato di Rieti.

Stimolata da conversazioni via chat con qualche collega di CRI, circa 10 giorni fa m’interrogavo, su cosa potesse fare una che, come me, in Croce Rossa si occupa in fondo solo di DIU e di ricerca storica. E’ stata proprio la storia ad aiutarmi. Ho pensato a cosa avrebbe fatto Paolo Vanni (sempre presente nei nostri pensieri) in questi giorni di solitudine forzata ma adatti al pensiero introspettivo accompagnato da testimonianze storiche. La domanda è stata: cosa è che rende gli uomini e le donne capaci di avere coraggio, che non vuol dire incoscienza, badate bene, se non la capacità di guardare ai protagonisti del nostro passato (parlo del passato di Croce Rossa) e alla loro testimonianza?

Cosa rende coraggiosi e operosi, ma anche vigili, i nostri colleghi di Croce Rossa che sono in prima linea in questi giorni? Ma anche, cosa rende timorosi altri colleghi nell’affrontare un nemico che non vedono, perché usa le sue armi con perfidia? Come sostenere chi si trova, per sua scelta, coraggiosamente in prima linea e come aiutare chi teme di non essere abbastanza coraggioso e per questo rimane nelle retrovie, magari sentendosi anche in colpa?

Ecco, in questi due casi, ci soccorrono le fonti storiche ed allora si crea l’appuntamento del sabato pomeriggio sulla chat del gruppo “CRI Rieti Servizi”. Si pubblicano abstract di brani scelti dalle “Memorie di H.Dunant”, ed altri ancora che sto selezionando.
Negli archivi storici ci sono testimonianze di periodi difficili che il nostro personale ha vissuto in prima linea, ad esempio, durante la 2° guerra mondiale ma anche in altre circostanze. L’idea è: sulla base di queste testimonianze storiche prendiamo, tutti noi, la forza per superare questo momento e anche accettarlo, chi nella sua operosità e chi anche nel silenzio delle proprie paure.

Ogni settimana fino a che durerà l’emergenza COV-19, viene pubblicato il pdf con l’estratto di un capitolo di un testo tratto dalle fonti di cui sopra. Abbiamo cominciato a Rieti sabato 28 marzo ore 17:00 con l’approvazione del Consiglio direttivo del Comitato. Chi lo riceve potrà liberamente scegliere di leggerlo, non leggerlo, rifletterci sopra e condividere le proprie riflessioni oppure tenerle per sè.
Cosa ci aspettiamo? non saprei dire… a me basta sapere che per coloro che lo leggeranno possa essere uno strumento per ritrovare serenità. Non tutti sono in possesso di questi testi e questo è un modo per farli conoscere.

Ora spendo due parole per il titolo. Mi è venuto in mente “IL CORAGGIO DELLA SPERANZA”. Coraggio perché ce ne vuole per stare in trincea, ci vuole coraggio per dire a casa che oggi non stai con i familiari perché altri hanno bisogno di te. Ma ci vuole coraggio a guardarsi dentro e dirsi “non ce la faccio a fare questo”. Coraggio e speranza quindi, la speranza che finisca presto ed il coraggio per accettare che tutto questo finirà quando deve finire.
E’ una cosa semplice per aiutare a ricordare chi siamo e da dove veniamo, perché a volte, nella fretta, ce lo dimentichiamo.

Che il nostro Dunant, abbia cura di noi.
Grazie
Maria Rita Bianchetti

Henry Dunant pur essendo profondamente religioso, apparteneva alla Chiesa Evangelica e fu protagonista a Ginevra del movimento del risveglio, volle mantenere la nascente Organizzazione “Comitato internazionale di soccorso ai militari feriti e ammalati” assolutamente laica, per essere vicino a tutti.