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L’Istituto Svizzero presenta la mostra personale Spill I-III dell’artista svizzera Deborah-Joyce Holman allestita presso l’Archivio Storico Comunale di Palermo.

Deborah-Joyce Holman lavora con video, installazioni, sculture o dipinti. Per la mostra Spill I-III, l’artista ha sviluppato un nuovo lavoro di immagini in movimento a tre canali, con una colonna sonora della compositrice/del compositore sperimentale Yantan Ministry. Attraverso una libera associazione di immagini sugli schermi (tra cui rocce laviche, acqua che scorre e due bocche che si baciano), la spettatrice/lo spettatore sperimenta un poema visivo, come lo definisce l’artista.

Nel nuovo film a tre canali di Deborah-Joyce Holman, Spill I – III (2022) abbiamo il vulcano e l’isola. “Le riprese sono in gran parte effettuate in Sicilia, isola del Sud Italia dove gli arcipelaghi si sfiorano, la placca africana e quella eurasiatica si incontrano generando vulcanismo, il sottosuolo è instabile e in movimento.
La decisione di Deborah-Joyce Holman di girare proprio in questa terra si deve non soltanto all’invito alla mostra palermitana, ma anche al desiderio di avvicinarsi a un paesaggio per lei ancora ignoto. (..)
In questo contesto l’artista parla di una prassi molto intuitiva che, guidata da una sorta di saggezza corporea, intreccia cose diverse in modo libero e rizomatico facendo del paesaggio vulcanico uno dei suoi protagonisti. Deborah-Joyce Holman allude qui al concetto di scrittura asemica, una forma di scrittura aperta e priva di parole che non veicola contenuti semantici specifici ma è in grado di funzionare al di là della mera comprensione linguistica. La lettrice e il lettore possono dunque costruire, formare ex novo e ripensare all’infinito piani di significato liberi. Risolutamente, andando a tastoni, palpitando. È così che l’artista descrive anche temi e motivi di Spill I – III: il desiderio come condizione nostalgica dell’anima e del corpo, la voce, l’eruzione–in senso reale (il vulcano esiste!) e metaforico–e la poesia nel suo originario significato di creazione di testi letterari.” (Gioia Dal Molin)

L’opera si ispira all’idea di Édouard Glissant (1928 Bezaudin, Martinica – 2011 Parigi, Francia) del pensiero tremante e arcipelagico, al motivo dell’eruzione o alle strategie della scrittura asemica, una forma di scrittura aperta e priva di parole che non trasmette alcun contenuto semantico specifico e può funzionare al di là di un senso puramente linguistico. Spill I-III ci ricorda che forse dobbiamo ripensare la nostra percezione del mondo che ci circonda, tenendo presente la nozione di terra che trema e di eruzione.

Curata da Gioia Dal Molin, la mostra inaugurata il 06.10.2022 sarà visitabile fino al 05.11.2022 presso l’Archivio Storico di Palermo.