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L’iniziativa sulle successioni non è da vedere solo sotto l’aspetto fiscale, ma ha anche dei risvolti filosofici.
le temps
Questo, in sintesi, quanto si legge in un interessante ed attuale testo in francese, apparso lo scorso giovedì 28 maggio sul quotidiano francofono “Le Temps” curato da Jamal Reddani, economista e amministratore della Fiduciaria Reddani SA.

Il reddito viene tassato una prima volta come tale, poi il reddito non consumato viene tassato una seconda volta a cadenza annuale come patrimonio, ed infine viene tassato quando si apre una successione. Il buon senso svizzero ha però permesso fino ad oggi di contenere la pressione fiscale. Pur essendoci differenze notevoli tra i vari cantoni la patrimoniale non arriva mai a toccare livelli espropriativi e la stessa cosa vale per le successioni in linea retta in quei pochi cantoni che non hanno abolito questo tipo d’imposta.

L’autore sostiene che l’iniziativa di tassare le eredità in modo confiscatorio limita la libertà in quanto tassa il patrimonio indipendentemente dai legami di parentela e dalle scelte che possono fare gli individui. Probabilmente il messaggio subliminale è che bisogna ereditare dallo Stato e non dai propri ascendenti.