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Le specie esotiche o aliene, dette anche neobiota, aumentano di continuo in Svizzera. Alcuni di questi organismi sono nocivi per l’agricoltura. A Sud delle Alpi, dove il rischio d’introduzione è elevato, Agroscope, il Canton Ticino e Agridea hanno rafforzato la collaborazione nella ricerca su questi organismi.

Il numero di neobiota è in aumento in Europa e in Svizzera, un fenomeno associato alla globalizzazione degli scambi commerciali, alla mobilità delle persone e al riscaldamento climatico. Alcuni di questi organismi indesiderati, siano essi animali, vegetali o microrganismi, sono già dannosi per l’agricoltura, altri potrebbero diventarlo.

In questo contesto, è stato appena firmato un accordo tra Agroscope, la Sezione dell’agricoltura del Canton Ticino e la centrale per la consulenza agricola Agridea. L’accordo, della durata di otto anni, sancisce la collaborazione tra queste istituzioni in materia di ricerca sui neobiota che minacciano l’agricoltura. All’interno del Campus di ricerca di Cadenazzo è stata avviata anche una stretta collaborazione con l’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL).

Data la sua posizione geografica, il Ticino è una regione a elevato rischio d’introduzione di
neobiota. La vicina Italia è uno dei Paesi più colpiti in Europa. Da un’indagine del 2021 emerge come tra il 1960 e il 2020 sono state introdotte in Italia oltre 3000 specie, indipendentemente dal loro grado di nocività per l’agricoltura. Alla prossimità geografica si aggiungono le condizioni ecologiche e climatiche favorevoli. «Queste particolarità fanno del Ticino la principale porta di accesso per i neobiota in Svizzera, ma anche un laboratorio di ricerca a cielo aperto», sintetizza Loris Ferrari, Responsabile della Sezione dell’agricoltura del Canton Ticino.

Il Centro di competenze Neobiota è una delle stazioni sperimentali di Agroscope che in collaborazione con Agridea e il WSL condivide il Campus di ricerca di Cadenazzo.

Tra i progetti in corso in Ticino ve ne è uno volto a studiare più approfonditamente la sputacchina (Philaenus spumarius): anche se poco conosciuta, questa cicalina comune in Svizzera è il principale vettore del batterio Xylella fastidiosa nel continente europeo. Questo pericolosissimo patogeno può infettare oltre 300 specie vegetali, tra cui ulivi, viti e alberi di frutta a nocciolo. L’impossibilità di una lotta diretta impone misure preventive sul vettore, al fine di ridurre i rischi di diffusione una volta che il batterio entra in Svizzera.

L’introduzione e la gestione dei neobiota è una responsabilità collettiva e quindi tutti, professionisti, tecnici o semplici cittadini, possono contribuire a limitare i rischi di propagazione seguendo alcuni suggerimenti:

evitate di portare a casa vegetali, frutti o parti di vegetali conosciuti e apprezzati durante le vacanze all’esterno;

rispettare le basi legali in vigore per il commercio di materiale vegetale;

informatersi a proposito dei neobiota. Il Centro svizzero d’informazione sulle specie (Infospecies) fornisce una panoramica dei neobiota presenti in Svizzera, degli attori attivi nel settore e del quadro legale in vigore. (Agroscope)

fonte: AGROSCOPE